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martedì 14 maggio 2013

BRAINSTORMING

Una donna simpatica, con un'energia fuori dal comune, un modo di presentarsi singolare e curioso che certamente , da una costituzionalista, è difficile aspettarselo.
Non ho visto superflue formalità nei suoi atteggiamenti e nel modo di rivolgersi a coloro che la stavano ascoltando. Così è apparsa ai miei occhi Lorenza Carlssare quando l'8 Maggio della scorsa settimana è venuta a parlare  presso la Facoltà di Giurisprudenza di Trento, in occasione di un incontro improntato sul tema della rappresentanza politica. Un concetto complesso, senza dubbio. Eppure la semplicità con cui è riuscita a parlare di temi così importanti, rispecchiando una grande passione nei confronti degli stessi, mi ha colpito. La carica e l'ironia brillante con cui si spiegava è riuscita a stimolare in me una ancora più grande curiosità verso queste materie difficili; è necessario prendersi il giusto tempo per approfondirle e lasciarsi appassionare.
 .
Senza troppi annunci ha cominciato il suo discorso affermando che in una democrazia rappresentativa, quale l'Italia è, l'elemento essenziale è proprio la partecipazione del popolo al governo. Lo stesso articolo 1 della nostra Costituzione proclama che la "sovranità spetta al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della costituzione".

Ma ci si sente parte davvero di questo popolo? In tempi di sconvolgimento politico ed economico in cui viviamo la fiducia nelle istituzioni (che questo popolo dovrebbero rappresentare e guidare per crescere e svilupparsi in modo sempre migliore) è quasi completamente scomparsa. Non si fa che sentire commenti di demoralizzazione e scherno, ma credo molto in un rinnovamento che già è in attuazione. 


  • Il 1° Gennaio 1948 la Repubblica Italiana ha avuto finalmente una Costituzione, patto fondamentale che stabilisce un punto di unione tra i cittadini, la società e le istituzioni; 
L'elemento innovativo della nostra attuale Costituzione, rispetto alle carte di fine ottocento, è rappresentato dal preminente rilievo che è stato dato ai diritti e ai doveri di ogni cittadino, di ogni persona. 

"La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento ai doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale."

L'art 2 della Costituzione proclama esattamente questo. Credo che simili parole se conosciute profondamente e consapevolmente possono accrescere il senso di appartenenza di ognuno a questa bellissima Nazione.

Per quanto riguarda i doveri inderogabili di solidarietà politica ,che hanno catturato la mia attenzione maggiormente,con essi si è voluto intendere:

·         Fedeltà alla Repubblica
·         Osservanza della Costituzione  e delle leggi

Osservanza della costituzione significa rispettare i doveri e gli obblighi sanciti da essa stessa e aderire ai valori costitutivi dell'ordinamento repubblicano.

Mi domando come sia possibile sentirsi partecipi di un'unica comunità sociale e di provare amore , orgoglio e rispetto per le sue istituzioni (ma prima di tutto come sia possibile sentirsi Cittadini) se non si viene messi nelle condizioni di poter conoscere una così bella Carta fin da giovanissimi. La Repubblica Italiana ,astrattamente, si dovrebbe impegnare a rinforzare i valori di Libertà, Non violenza, Solidarietà sociale e Democrazia. Eppure questi valori, meravigliosi ed esaltanti, sembrano molto spesso  riposti in una vetrina , come un oggetto di un museo; si fanno ben vedere, si fanno osservare ma non si fanno toccare. Non li tocchiamo! Li guardiamo ammirati ma appena discostiamo lo sguardo li ignoriamo , non li facciamo parte di noi, della nostra persona in modo effettivo. 

Si parla con tanta facilità e vacuità del valore di Democrazia ma nessuno viene messo nelle condizioni di conoscere la storia della propria patria; di che cosa voglia dire essere un popolo sovrano, responsabile e consapevole; tutti sappiamo di dover rispettare determinati doveri e di essere titolari di diritti ma non sapremmo in realtà neanche farne una lista di tre elementi.

La stessa costituzionalista si è soffermata spesso su questo concetto. Ha sostenuto più volte che democrazia non è solo andare al voto; i cittadini devono poter esprimere pubblicamente il loro dissenso, far sentire la propria voce.
C'ha raccontato che fu nella "Commissione dei 75", cui era stato affidato il ruolo di elaborare quella che poi è diventata la nostra costituzione, che si decise di sostituire il termine "appartiene" dell'articolo 1 ( la sovranità APPARTIENE al popolo) a quello precedentemente proposto "EMANA". L'idea che emerge dal verbo emanare è quella di un qualcosa che parte dal popolo, ma se ne va; emerge l'idea di qualcosa che si perde ed è la SOVRANITA'.
Sostituendo il verbo "appartenere" ad "emanare" si sottolinea il ruolo predominante di un popolo che non "dorme per 5 anni". Così si è evitato di cadere nell'equivoco che la sovranità e il potere di esercitarla vengano trasferiti ad altri, che altri non sono che i nostri Rappresentanti. "Il popolo deve contare anche nei 5 anni in cui non vota." Ha citato poi Carlo Esposito, uno dei massimi costituzionalisti del secondo dopoguerra, il quale disse che "La sovranità appartiene al popolo non solo al momento dell'elezione ma quotidianamente, nel suo esercizio delle libertà personali. Democrazia non è solo andare al voto; il voto deve maturare attraverso il pubblico dissenso."

La Carlassare ha poi citato l'art. 49: "Tutti i cittadini hanno il diritto di associarsi in pariti per concorrere con metodo democratico alla formazione della politica nazionale".
I partiti politici dovrebbero servire ai cittadini, sono strumenti dei cittadini, sono un tramite per i cittadini
I canali della democrazia partono proprio da qui. Se essi non fanno più da tramite è davvero dubbia la loro esistenza in qualità di espressione popolare. La rappresentanza politica si svuota allora di significato. Il corpo elettorale sente di non contare più, di non incidere più. E' necessario ricostruire un canale di comunicazione tra istituzioni e corpo elettorale.. 
La politica è fatta di mediazione. La società presenta tanti e diversi interessi nonostante si dichiari che è necessario perseguire l'interesse pubblico: esso non è altro in realtà che la composizione di interessi eterogenei. Tali interessi devono essere mediati. Il rappresentante politico tuttavia deve essere consapevole del fatto di avere una responsabilità enorme nei confronti del popolo, dei cittadini. Deve rendere conto delle sue azioni a coloro che l'hanno votato. 


Quando all'articolo 54 si stabilisce che "i cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge" ci si riferisce ad un vero e proprio rapporto di fiducia che deve nascere e crescere tra rappresentati e rappresentanti. "Affidare" deriva dalla parola FIDES....

L'antica FIDES dei romani era un valore di preminente importanza, caratterizzava una persona le cui azioni erano conformazione ed espressione dei pensieri e delle parole. Fides era la fedeltà verso i propri impegni e verso i propri doveri.

 Ma oggi?