Costantemente
ho
cercato un percorso
per
arrivare fino a qua;
alla
valle verde
ricca
in fiumi e rigogliosa
che
ora luminosa
vedo
si apre innanzi a me.
Sento,
la sento
la
vibrazione dentro me
che
mi dice che
anche
la chiave
che
tengo in mano
è
quella giusta
e
chi lo sa il perchè.
E'
giusta,
gira
e
schiude la serratura.
Tu
mi hai sempre teso la mano,
mio
bendato capitano,
e
mi avevi fatto salire
su
un onorabile vascello
mostrandomi
quali terre avevi fatto tue
di
già,
e
indicandomi quali ancora
avremmo
valicato
fra
le onde
che
ci sembravano dei cavalli.
Non
subito mi accorsi
ma
ti sei lasciato andare,
Sei
caduto dalla nave
e
hai cominciato a sprofondare
nell'infinito
freddo abisso
del
mare.
Non
potevo fare niente:
ti
guardavo venir rapito
dalle
acque di laggiù,
tratto
in basso da sirene carminie
ma
esangui
nei
secondi di un respiro
che
sono stati anni.
Ho
aspettato che tornassi
ma
non riemergevi più.
Io
lo so che ho chiamato il tuo nome
nel
sonno mio
profondo
e men conscio
fra
le orecchie degli estranei.
Tu
mi hai sempre teso la mano,
mio
bendato capitano,
e
mi avevi fatto salire
su
un onorabile vascello
mostrandomi
quali terre avevi fatto tue
di
già,
e
indicandomi quali ancora
avremmo
valicato
fra
le onde
che
ci sembravano dei cavalli.
Un'idea
ti ossessionava
e
non l' avresti abbandonata mai
sinchè
non l'avessi vista realizzata
in
quel modo da te sempre immaginato.
Altri
lo so,
l'
avrebbero scambiata
se
avessero potuto ricevere ossigeno
e
non quell' acqua sì salata.
Per
te l'aria mai è stata il vero oro, no.
Sapevi
che da qualche parte
avresti
trovato davvero
un
giorno
il
tuo tesoro.
Capisco
il significato
di
quella tua caparbietà
e
mi ricordo bene, ora, perchè
ho
sussurrato, sussultando
il
tuo nome
nel
sonno mio
profondo
e men conscio.
Anche
tu ti sei risvegliato.
Tu
mi hai sempre teso la mano,
mio
bendato capitano,
mi
avevi fatto salire
su
un onorabile vascello
mostrandomi
quali terre avevi fatto tue
di
già
e
indicandomi quali ancora
avremmo
valicato
fra
le onde
che
sempre
ci
sembreranno cavalli.
Diana Gualtiero