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sabato 11 maggio 2019

A mia madre

In occasione della festa della mamma di domani, dedico un frammento di pensiero alla mia, ringraziandola per essermi vicina sempre. Non è molto, ma per me importantissimo.






"Ho sentito il rumore di fondo
e poi mi hai chiamata.
Se non è questa la fatalità,
Tu che mi hai creata."






Diana Gualtiero

giovedì 11 aprile 2019

A mio padre

Costantemente
ho cercato un percorso
per arrivare fino a qua;
alla valle verde
ricca in fiumi e rigogliosa
che ora luminosa
vedo si apre innanzi a me.
Sento, la sento
la vibrazione dentro me
che mi dice che
anche la chiave
che tengo in mano
è quella giusta
e chi lo sa il perchè.
E' giusta,
gira
e schiude la serratura.

Tu mi hai sempre teso la mano,
mio bendato capitano,
e mi avevi fatto salire
su un onorabile vascello
mostrandomi quali terre avevi fatto tue
di già,
e indicandomi quali ancora
avremmo valicato
fra le onde
che ci sembravano dei cavalli.

Non subito mi accorsi
ma ti sei lasciato andare,
Sei caduto dalla nave
e hai cominciato a sprofondare
nell'infinito freddo abisso
del mare.
Non potevo fare niente:
ti guardavo venir rapito
dalle acque di laggiù,
tratto in basso da sirene carminie
ma esangui
nei secondi di un respiro
che sono stati anni.
Ho aspettato che tornassi
ma non riemergevi più.
Io lo so che ho chiamato il tuo nome
nel sonno mio
profondo e men conscio
fra le orecchie degli estranei.

Tu mi hai sempre teso la mano,
mio bendato capitano,
e mi avevi fatto salire
su un onorabile vascello
mostrandomi quali terre avevi fatto tue
di già,
e indicandomi quali ancora
avremmo valicato
fra le onde
che ci sembravano dei cavalli.

Un'idea ti ossessionava
e non l' avresti abbandonata mai
sinchè non l'avessi vista realizzata
in quel modo da te sempre immaginato.
Altri lo so,
l' avrebbero scambiata
se avessero potuto ricevere ossigeno
e non quell' acqua sì salata.
Per te l'aria mai è stata il vero oro, no.
Sapevi che da qualche parte
avresti trovato davvero
un giorno
il tuo tesoro.
Capisco il significato
di quella tua caparbietà
e mi ricordo bene, ora, perchè
ho sussurrato, sussultando
il tuo nome
nel sonno mio
profondo e men conscio.
Anche tu ti sei risvegliato.

Tu mi hai sempre teso la mano,
mio bendato capitano,
mi avevi fatto salire
su un onorabile vascello
mostrandomi quali terre avevi fatto tue
di già
e indicandomi quali ancora
avremmo valicato
fra le onde
che sempre
ci sembreranno cavalli.




Diana Gualtiero

lunedì 25 marzo 2013

La passione che ti affascina

"E' particolare". E' una risposta che mi sono riscoperta dare molto spesso rispondendo alla semplice domanda   "Com'è? Che persona è?". "E' particolare!" Allora ho pensato a quella particolarità che in ciascuna persona risiede, a quella particolarità che con tanta difficoltà riesce ad emergere e a dimostrarsi agli altri, in certe situazioni ed in certi contesti.
Sono stata colpita da una qualità che ho riscoperto essere davvero preziosissima, forse la chiave per aprire quei grandi portoni interiori che ognuno di noi possiede e che mi ha aiutata a cogliere questa particolarità di cui parlo: il sapere ascoltare. Stare davanti ad una persona ed ascoltarla, lasciandola parlare, lasciandola spiegarsi, con calma. Lasciandola farsi conoscere. Ci sono state persone che con questo atteggiamento hanno permesso a me di parlare e di raccontarmi, così poi, spontaneamente, l'ho permesso anche io a loro ed infine ne sono rimasta affascinata. Con l'ascolto reciproco si crea una sintonia tale che le parole escono senza imbarazzo, forse con un po' di diffidenza ma escono da quella zona recondita di noi e ci liberano.

In questi giorni mi ha colpita molto una frase la quale, tradotta dall'inglese, esprime il fatto che una buona comunicazione nasce anzitutto da una buona preparazione. Allora ho riflettuto sul suo significato. Preparazione, preparazione, preparazione. L'ho interpretata come il riconoscere un certo nostro interesse, catturandolo, manipolandolo, facendolo crescere e permettendogli di rafforzarsi dentro di noi; facendolo diventare parte di noi, ogni giorno.  Come una pianta che necessità sempre di almeno un po' d'acqua per crescere sana e rigogliosa, come una pianta che necessità delle adeguate cure per non ammalarsi e morire, come una pianta che ha bisogno di un vaso adatto a contenerla per farla star bene. Come una bella e sana pianta od un bel fiore adornano e rendono molto gradevole un giardino o un ambiente, così un interesse radicato e ben spiegato rende più belli noi stessi.

Sono convinta che, come per le piante, il più grande concime che possa esaltare la nostra conoscenza, rendendola vivace e prospera sia la curiosità.. la curiosità verso il mondo e i diversi ambiti in cui esso si manifesta. Nelle belle arti, nelle scienze, nelle diverse religioni ecc. Mi sono accorta che le persone con cui ho amato discutere e conversare di più sono state persone che con energia e vivacità mi raccontavano le loro idee, le loro sensazioni e gli episodi che più gli avevano colpiti in una giornata. Quella passione con cui mi venivano raccontate le cose facevano sì che io fossi lieta nell'ascoltarle , mi trasmettevano una certa sensazione di entusiasmo.

Amando ciò che si conosce e si studia, apprezzando ed esaltando ciò che si fa, è possibile,condividendolo, trasmettere quella  nostra stessa passione agli altri. Che si parli di un libro o di un quadro, che si parli di un proprio progetto personale e futuro, che si racconti di una giornata di lavoro o di scuola è la passione con cui ci impegniamo ad esporre tutto ciò che ci rende speciali.. e particolari.

Bisogna prendersi il tempo per conoscere sè stessi e dare tempo agli altri per fare altrettanto e....


giovedì 12 aprile 2012

A tutti i sognatori


"Sogno o son desto?" Quante volte al nostro risveglio da un sogno ci siamo posti questa domanda? Quante volte ci siamo sorpresi rannicchiati su noi stessi, con la testa appoggiata al cuscino ,con gli occhi ancora socchiusi a guardare la nostra camera e una dolce sensazione che ci avvolgeva, non capaci di riconoscere la differenza tra sogno e la realtà?  Voglio dirvi una cosa: mi è capitato molto spesso. Anzi, ad essere sinceri, più prestavo attenzione ai miei sogni, più essi mi attiravano verso quel loro mondo arcano e inconoscibile. Non riuscivo a capire il modo in cui le mie emozioni nei sogni venissero deformate, amplificate, nel bene o nel male. Mi sono detta allora che, se ero in grado di percepire emozioni così forti, nitide e travolgenti nei sogni, e al mio risveglio ricordarmene, sebbene in modo alquanto sfocato, quelle stesse emozioni esistevano da qualche parte in me, soffocate da una realtà rigida che mi si imponeva davanti.
C'è stato un sogno in particolare a suscitare in me un enorme curiosità: da lì ogni nuovo sogno è stato come un aiuto prezioso per comprendere qualcosa di nuovo in me. E’ un po’ come una caccia al tesoro: Indizio dopo indizio ci si avvicina ad un qualcosa di nascosto, che per noi assume un grandissimo significato. Non sappiamo se alla fine del percorso questo tesoro esista davvero, nessuno ce né da garanzia, eppure una voce sincera dentro di noi ci avverte che stiamo percorrendo la strada giusta. E poi ci sono gli indizi! Loro ci portano a trovarne di nuovi , uno dopo l’altro. Così camminiamo, camminiamo e ci proviamo. Tra un sentiero e l’altro potremmo incontrare numerose difficoltà, potremmo sentirci delusi e disorientati ma arriverà certamente il momento in cui qualcosa, poco più avanti il nostro naso, luccicherà e sarà un nuovo indizio, un segnale, uno stimolo che ci insegnerà a non smettere mai di cercare i nostri tesori.
Seguiamoli questi nostri sogni! Sono i segnali che ci aiutano a scoprire noi stessi. Chissà in quale mondo meraviglioso potranno condurci. Cerchiamo di riconoscere i nostri desideri, quelli veri, e appropriamocene! Ci chiamano da lontano , sono là in fondo, aspettano solo che noi ci volgiamo verso di loro.