L’altra sera passando davanti alla libreria del mio studio
mi sono soffermata davanti ad un piccolo libricino, dalla copertina bianca e
lucida: era il Piccolo Principe. Mi è
venuto da sorridere. Ciò che è strano
per me ogni qual volta prendo in mano questo libro è che tutte le volte che lo
rileggo mi sembra di scorrere pagine sempre diverse; è come se in quelle parole vi fosse un significato segreto che il mio cuore
riesce a cogliere nell’istante in cui
leggo ma che poi, a distanza di anni e assorbita dalla caoticità cui la società
ci costringe, si affievolisce. Mi sembra
di scorgere un mondo infinitamente delicato che fa vibrare le corde del mio
animo in quelle pagine.
Non mi sono mai sentita soddisfatta quando leggevo l’ultima
pagina di questo libro, avevo come la sensazione di aver lasciato indietro una
parola chiave o un concetto che,nascosti, mi allontanavano dalla comprensione
di qualcosa ed è scaturito da lì il desiderio
di rileggerlo ancora.
Allora, prendo in mano il libro e comincio a sfogliarlo; scorrono, scorrono le pagine, vedo le dune del
deserto disegnate da Saint Exupery e la piccola stella nel cielo.
Ecco che un pensiero
emerge nel l’oceano della mia mente: ci avviciniamo ad un libro con la
curiosità di scoprire chissà quale storia esso possa contenere e ne veniamo
attratti essenzialmente dalla copertina; proviamo un giorno a rileggere quel
libro. Ci si può facilmente accorgere che quelle stesse parole assumeranno un
significato completamente diverso. E allora, se ciò che viene scritto o
stampato in un foglio permane nel tempo
e non aspetta nient’altro che essere riaperto per rivelarsi a noi, allora, siamo proprio noi a
dare un significato diverso alle parole, ai concetti, siamo noi che
incaselliamo la nostra vita nei racconti dei libri e a volare verso un mondo
nuovo in cui ci rispecchiamo, una volta o centomila. Se fossimo lasciati liberi di interpretare una
lettura , certamente ve ne faremo tante e diverse. Il nostro approccio è diverso. Siamo forse noi a voler cercare una risposta
nei libri che leggiamo? Una risposta ad un qualsiasi interrogativo? Se ben ci
pensiamo leggiamo i libri per
trovare sollievo, qualcosa che ci dia piacere , per evadere
dalle incombenze del giorno e forse, più probabilmente, leggiamo con il segreto desiderio di trovare nelle parole del narratore
un qualcosa che ci ricordi di noi stessi e che ci faccia sentire i
protagonisti delle esperienze. E’ questo ciò che mi fa sorridere: non siamo mai
certi che in noi possano avvenire dei cambiamenti , ma irrimediabilmente ,inaspettatamente,
fortunatamente avvengono! Qualcosa,dentro di me, scatta.
Scorrono, scorrono le pagine: c’è il vecchio muro di pietra in rovina, il
piccolo pianeta dell’uomo che accendeva e spegneva l’unico lampione , la rosa
rossa illuminata dal chiarore della luna,
il Bao bab del Piccolo Principe,
infine il cappello; o come lo vedeva il piccolo principe, il boa che
stava finendo di digerire un elefante.. e intanto il cuore comincia a
risvegliarsi.
All’inizio della pagina è lasciata una dedica: “Leggete,
leggete sempre, di tutto … solo così conoscerete il mondo” e alla fine quel mio
sorriso iniziale è esploso in una inconfondibile risata di stupore e
gioia. Mi avevano regalato quel libro
quand’ancora ero alle elementari; ricordo che le maestre ci portarono nella
biblioteca del mio paese per farci avvicinare al magico mondo della lettura, dei pensieri, della
riflessione( mondo al quale io non era ancora decisa a conoscere) ,unici ed
autentici elementi di continuità dell’umanità. La scrittura è
un testimone che gli uomini usano per
tramandare di secoli in secoli le loro esperienze e sensazioni, è uno
strumento che gli uomini usano per protrarre nel futuro la loro esistenza e
permettere agli altri uomini di proseguire nell’impresa del raccontare da dove
loro stessi erano arrivati; sono sempre più profondamente convinta che la
scrittura sia un modo per rendersi immortali e sentirsi parte di un unico vero
e comune destino.