Lo scorso sabato 17 Ottobre, io e mia zia partiamo alla volta di Roma. Sei piacevolissime ore di auto lungo l'autostrada , uno stop per fare un break ogni tanto , ed eccoci lì arrivate, vicino a stazione Termini. Una grande emozione tornare a vedere, anche solo per una fuga veloce, la nostra capitale. Obiettivo precipuo di questo <<tour de force>> lungo gli Appennini è la visita alla MakerFair , una grande fiera sull'innovazione , sullo sviluppo e utilizzo di nuove tecnologie, presso La Sapienza.
Obiettivo secondo: recarsi all'Auditorium Parco della Musica, progettato fra le altre cose da Renzo Piano, per visitare il luogo in cui fino al 24 Ottobre si svolge il Festival del Cinema.
L'emozione è forte lungo la discesa della penisola; Roma città eterna, Roma capitale d'Italia, Roma dalla storia millenaria, Roma e i suoi film, Roma alcòva di bellezze antiche risalenti all'età Imperiale e Repubblicana, intessuta di vie che evocano i grandi nomi della storia.
Arrivate però nel luogo in cui avevamo prenotato il nostro b&b una piccola visione mi rende perplessa e pensierosa: vedo due topolini correre veloci lungo il marciapiede. Il primo pensiero che affiora alla mia mente è divertito all'idea di vedere queste bestioline gironzolare per Vie notoriamente conosciute. Poi però, dovendoci spostare in auto e, all'accensione della stessa, ne vedo altri tre scappare via da sotto la macchina. Raggelo per un breve secondo e mi sovviene un secondo pensiero: quanti topi potranno mai esserci sotto ogni singola automobile parcheggiata in una qualsivoglia via di Roma? Terzo pensiero: ma se questi piccoli topolini non notano differenza fra il rimanere nel buio delle fogne e stare alla luce del sole in mezzo alle piazze Romane, quanto può essere sporca questa città? E badiamo bene che essa è capitale di una Nazione. A Roma non viene fatta disinfestazione e pulizia, nemmeno vicino a zone di grande afflusso turistico? Capiamoci bene , dal luogo in cui ci trovavamo potevo raggiungere in tutta tranquillità, a piedi , il Colosseo e nel giro di 20 minuti.
La nostra serata passa veloce e spensierata.
Il giorno seguente, la domenica, ci rechiamo nel piazzale di stazione Termini per prendere il bus al box E , numero 310, direzione La Sapienza. Abbiamo speso 1.5 euro per un biglietto di validità 100 minuti. Direi un prezzo ragionevole e, quasi onesto.
Come si diceva alla Sapienza v'era la fiera Maker Fair. Nell'attesa in fila, fuori il polo universitario, mi guardo intorno con occhi disillusi. Strade disastrate , solcate da buche, distrutte dal passaggio delle automobili probabilmente, eppure mai sistemate da un bel po' di anni. Mi sembrava di essere nel bel mezzo di una baraccopoli in India.
Ma il meglio a Roma deve ancora venire. Finito di visitare la MakerFair, alla quale lascio un giudizio positivo, l'ultimo desiderio prima di tornare a casa, è andare a Castel Sant'Angelo, rivedere il ponte , lo stesso sotto il quale un Toni Servillo nei panni del disincantato Jep Gambardella nel film di Sorrentino, con aria meditabonda e malinconica, monologa e passeggia.
Pensate che il sottopassaggio del ponte di Sorrentino sia uguale a quello della triste realtà che i miei occhi vedono? No. Anche là vigeva il caos. Strade malridotte, erbacce alte ed incolte, ponte Sant'Angelo incrostato e consunto dallo scorrere del tempo , per non parlare di tutti gli altri che non ho avuto modo di guardare. Posso comprendere le piene del Tevere che su di loro imperversano, ma in qualità di città capitale, in qualità di città culla e cuore della cultura occidentale, in qualità di città che ospita più di 130 milioni di visitatori l'anno (v. Il turismo internazionale in Italia, Banca d'Italia) , potremmo e dovremmo esigere manutenzioni più frequenti e accurate. Dovremmo esigere CURA. Dovremmo esigere amore e orgoglio per la nostra città. Sì, perchè Roma non è solo la città dei Romani. Roma ,che è capitale , è la città di tutti gli Italiani. E se al 2015 non è in grado di essere la Regina fra le città d'Italia ed esempio, forse allora non si merita il titolo per la quale si vanta . Nella carta d'identità di ciascuno di noi c'è scritto Repubblica Italiana e non viene specificata la nostra appartenenza ad una Regione piuttosto che ad un'altra, ma solo il luogo di nascita e residenza, che di fatto può sempre cambiare. Ciò significa che abbiamo il pieno diritto di metter bocca su tutte la faccende che riguardano il nostro disamato Paese. Dobbiamo amarci di più, tutti.
Non posso percorrere le strade di Roma e sentirmi catapultata in Asia, e nello specifico in una baraccopoli Indiana, come quelle costruite lungo il Gange. Qui la baraccopoli è costruita lungo il Tevere, e la similitudine è centrata.
Ritengo che sia inutile per una città come Roma vivere nel prestigio e all'ombra di bellezze (rovinate) che non si curano più.
Facendo un veloce raffronto: l'auditorium Parco della Musica, progettato dall'architetto Renzo Piano, e accessibile dal 2002 al pubblico , è deteriorato, brutto da vedere dal momento che le opere di mantenimento e conservazione sono vergognosamente assenti. Capisco che Renzo Piano i suoi soldi li abbia guadagnati all'epoca ,per la progettazione, ma fossi in lui, all' oggi, mi vergognerei ad aver firmato un pezzo che a distanza di 13 anni andrebbe palesemente sistemato, e con un urgenza. Tanto più quando lì vi si ospitano eventi quali il Festival del cinema che richiamano molti visitatori che pagano per entrare.
Il bravo architetto ha però fatto decisamente un affare a progettare l'edificio che accoglie il MuSe a Trento, museo della scienza. Sappiamo che in qualità di regione a statuto speciale il Trentino detiene soldi in cassa e, sopratutto, sa al meglio come utilizzarli per lo sviluppo della società umana.
Come fa la città capitale ,che non ama prima di tutto se stessa , essere un faro che conduce al successo e al miglioramento tutto il territorio che amministra?
Come è possibile accettare che una capitale che muove milioni di turisti da tutto il mondo e veda introiti di miliardi di euro , sia ridotta cosi male?
Roma, tu sei come una vecchia signorotta adornata di gioielli preziosi ormai opachi che non rilucono più, sei spettinata e con le unghie nere. Sei una zingara, e zingara ti han reso gli altri che non ti amano più da tanto. Sei come una prostituta che si vende di notte, sei come una prostituta che i soldi che intasca non sono per sè. Sei come una prostituta che appartiene ad altri ed è prigioniera di chi di te si approfitta. E ti hanno logorata. E ti han reso brutta. Ti han reso vigliacca. Una volta eri di luce splendente, e chi, millenni fa, costruì i gioielli che indossi ancora senza ormai diritto , in te credeva e sperava . Eri mito cui guardare, mito cui ispirarsi. Mito di te stessa e ispiravi orgoglio.
Ti abbiamo tutti sempre nel cuore e ti auguro AD MAIORA.
Foto scattata a Roma, piazza di Ponte Sant'Angelo, 18 ottobre 2015.